
La scena della Galleria Assiale di Lascaux: Red Cow and first Chinese Horse. Fonte: Ministère de la Culture – France. Licenza: CC BY-SA 3.0 FR.
Le grotte di Lascaux e il tempo della Luna
Su una delle pareti della Grotta di Lascaux, in un’area chiamata Galleria Assiale, si trova una delle scene più simboliche della preistoria: un cervo che bramisce, una cavalla incinta con il manto invernale, e una lunga sequenza di punti dipinti sulla roccia.
Questa composizione, risalente a circa 17.000 anni fa, non è soltanto una rappresentazione della natura. Grazie a studi di archeo-astronomia , sappiamo che potrebbe trattarsi di un calendario astronomico-naturale, in cui il tempo viene scandito attraverso l’osservazione della Luna e dei cicli della natura.
Cosa ci raccontano questi segni?
Un linguaggio tra cielo e natura
Gli animali raffigurati non sono scelti a caso. Il cervo, nel pieno della stagione degli amori, richiama l’inizio dell’autunno. La cavalla, visibilmente incinta e con il manto invernale, rappresenta la fine dell’inverno, poco prima della nascita del puledro.
Secondo lo studioso Michael Rappenglück, questo modo di raffigurare gli animali riflette il loro comportamento stagionale:
- I cervi segnalano l’inizio dell’autunno (periodo dell’accoppiamento).
- I cavalli sono legati alla primavera e all’inizio dell’estate (accoppiamento e parto).
- I bovini rappresentano la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno (stagione riproduttiva).
Queste immagini visive forniscono una cornice naturale che viene poi misurata e dettagliata con uno strumento semplice ma potente: i punti.

La scena della Galleria Assiale di Lascaux: il cervo. Fonte: Ministère de la Culture – France. Licenza: CC BY-SA 3.0 FR.
39 punti per contare il tempo
Sotto la scena, si osserva una sequenza di 39 punti, divisi in due gruppi:
- 13 punti → 13 settimane (circa tre mesi)
- 26 punti → 26 settimane (circa sei mesi)
Totale: 39 settimane, ovvero 273 giorni.
Secondo Rappenglück, i 39 punti rappresentano il tempo che intercorre tra l’autunno, rappresentato dal cervo, e la primavera, rappresentata dalla cavalla incinta, un arco temporale osservabile in natura e legato al ritmo stagionale.
In che modo?
Ogni punto potrebbe rappresentare una unità settimanale, basata sul ciclo lunare diviso in fasi da 7 giorni — una struttura che riecheggia anche nel nostro calendario moderno.
La Luna, quindi, offre un riferimento regolare per misurare il tempo invisibile che scorre tra due eventi naturali: l’accoppiamento e la nascita.
Un calendario dipinto sulla roccia
Questa scena non è solo arte. È una forma di comunicazione visiva che unisce l’osservazione della natura alla misura del tempo. In un’epoca senza scrittura, gli animali raffigurati indicano momenti cruciali dell’anno, mentre i punti registrano con precisione il tempo che passa.
I 39 punti fungono da ponte tra ciò che si vede — stagioni, comportamenti animali — e ciò che si misura con regolarità: i cicli della Luna. Questo sistema permette non solo di osservare, ma di prevedere e tramandare conoscenze fondamentali per la sopravvivenza e la memoria collettiva.
Un dipinto sulla roccia, che ancora oggi ci interroga e ci affascina.
Le interpretazioni presentate in questo articolo si basano sul lavoro dell’archeoastronomo Michael Rappenglück, in particolare “Possible Astronomical Depictions in Franco-Cantabrian Paleolithic Rock Art”, pubblicato nel Handbook of Archaeoastronomy and Ethnoastronomy, Springer, 2015.